Il principio per contrarre l’infezione è lo stesso per tutti gli individui. Il virus viene trasmesso tramite goccioline nell’aria da una persona infetta che tossisce, starnutisce o parla; oppure toccando superfici contaminate in quanto il virus può sopravvivere per diverse ore o anche giorni su superfici come tavoli e maniglie delle porte.1
Una volta che il virus entra nel corpo provoca danni diretti ai polmoni e innesca una risposta infiammatoria che pone stress sul sistema cardiovascolare in due modi. In primo luogo, infettando i polmoni i livelli di ossigeno nel sangue diminuiscono e in secondo luogo, gli effetti infiammatori del virus stesso causano anche il calo della pressione sanguigna. In tali casi il cuore deve battere sempre più forte per fornire ossigeno agli organi principali.
I seguenti gruppi sono particolarmente a rischio:
- Gli individui immunosoppressi come i pazienti trapiantati, i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia o a radioterapia estensiva, i pazienti affetti da malattie cardiache con leucemia o linfoma concomitante sono teoricamente a maggior rischio di contrarre il virus e soccombere ai suoi effetti.3
- Altri gruppi ad alto rischio includono persone anziane e fragili, nonché donne in gravidanza con patologie cardiovascolari concomitanti. 3
- I soggetti con patologie cardiache, come insufficienza cardiaca, cardiomiopatia dilatativa, forme avanzate di cardiomiopatia aritmogenica ventricolare destra e pazienti con cardiopatia cianotica congenita sono a più alto rischio.
- I pazienti con la forma ostruttiva della cardiomiopatia ipertrofica possono anche essere classificati nella stessa categoria ad alto rischio.
Non ci sono prove che il virus infetti dispositivi impiantati come il pacemaker e il defibrillatore cardiaco o causi endocardite infettiva in quelli con cardiopatia valvolare.